lunedì 23 aprile 2012

Posso dirlo a tutti

..e quindi, pensavo a questa cosa, no? che andiamo a certi concerti, per sentire certe parole che sanno risuonare nelle nostre casse toraciche e menti, frasi che avremmo voluto dire noi per rendere conto di alcuni sentimenti, ma che siamo contenti lo stesso se le dice qualcun altro, così possiamo sapere che non siamo i soli a pensare certe cose, che possiamo ancora essere sani.
Però..ci troviamo sotto lo stesso palco, nelle stesse stanze, senza riuscire nemmeno ad incontrarci, a pensare ad un passato in cui eravamo con qualcuno da cui siamo fuggiti, in un posto da cui ce ne siamo andati, probabilmente senza aver fatto quello che dovevamo fare, senza pretendere niente, e senza saper chiedere scusa.
Ho pensato di essere stanca persino dei miei pensieri.
Mi hanno tolto molte cose, quasi tutto, a volte senza traumi. Così sono cresciuta credendo che fosse normale sognare un appartamento invece di un castello, che fosse normale essere adulti da bambini e bambini da adulti, che fosse normale dimenticare di poter desiderare dei figli, che fosse normale considerare poco carino esprimere la noia per una ragazza (ma avevo sempre un nodo in gola).
Sarei felice se trovassi il modo di vedere e sentire tutto l’amore mancato che è nella musica che ascolto, che è stato nei movimenti di quando danzavo, che ritrovo in certi libri e nelle lacrime appese nella sala di un cinema, mentre vedo un film su un mondo così vicino..che avrebbe dovuto essere mio..(ma dov’ero? probabilmente pensavo: che cazzo è sto nodo in gola? Lo so, ho sempre pensato troppo). Mi piacerebbe poter parlare di aggregazione, di partecipazione, di persone giuste al momento giusto, che non si abbandonano, di futuro, possibilmente senza fare la parte dell’illusa scema, perchè lo vedo come va il mondo, ma non gli dò retta di proposito.

venerdì 6 aprile 2012

Lucciole e lanterne

Lo sapevo che ti avrei visto oltre, dove tu non potevi. Dove c'era solo la luce che restringeva il mio campo visivo a un punto solo dell'universo e dove riesco a sentirti mentre ti so e basta.
Quando rivivo le parole degli altri in cui esistiamo solo come ciò che potevamo essere, e ti rincontro come una vita nuova. Ho imparato ad attraversare gli spazi della mia mente, quasi tutti in modo sereno e in altri attimi sono riuscita ad immergermi in tutto quello che ho giurato non avrei giocato di me, e quanto sono viva lo devo a quella lotta che propongo come salvezza. Sono riuscita a confidarti quell'angolo di splendido buio senza affidartelo, e così, fieramente, l'ho difeso da ogni distruzione.